Il Giudizio di Salomone
Roma, Italia
Galleria Borghese
Provenienza sconosciuta
Stato Italiano
c. 1620-25
Maestro del Giudizio di Salomone o Jusepe de Ribera (Jusepe de Ribera: 1591, Jusepe de Ribera: Jàtiva-Jusepe de Ribera: 1652, Jusepe de Ribera: Napoli )
33
Olio su tela
cm. 153,5 x 201,5
Seguaci di Caravaggio
Collezione Borghese (La prima notizia della sua presenza nella collezione Borghese risale all’inventario del 1693)
Painting
Maestro del Giudizio di Salomone : attivo a Roma tra il 1615-1620
L'episodio biblico narra di due prostitute che partoriscono nella stessa casa, ma uno dei due neonati muore. Entrambe rivendicano la maternità sul nascituro in vita e chiamano il Re Salomone per giudicare il fatto. Alla decisione di dividere con la spada il neonato in due, la vera madre in lacrime rinuncia all'affido per salvare il bimbo, dando al saggio Re il modo di identificarla grazie all'astuto stratagemma. È così dimostrata la capacità che il Signore ha dato a Salomone di distinguere tra bene e male, non come dono, ma come disposizione all'ascolto tramite cui la sapienza di Dio può manifestarsi. È anche la celebrazione della saggezza di chi regna in nome di Dio.
L'opera nel corso dei secoli ha avuto diverse attribuzioni, causa la mancanza di documenti che ne accertassero l'autografia. Tra le ipotesi avanzate si ricorda quella riferita all'ignoto caravaggesco chiamato proprio per la sua forte personalità, Maestro del Giudizio di Salomone (Longhi 1943).
Le forti affinità con un caravaggesco non italiano hanno anche portato a riferire il dipinto alla fase giovanile romana di Jusepe de Ribera, in cui non aveva ancora pienamente assimilato il naturalismo del Maestro presente invece nei dipinti successivi (Papi 2005).
La struttura compositiva è essenziale, la fonte di luce esterna al dipinto rende la scena come una vera rappresentazione teatrale; il ritmo è scandito dalla gestualità delle figure che disposte nello spazio scenico seguono un andamento ortogonale velatamente rigido.
Il Re è seduto su di uno scranno poggiato su un gradone decorato da un bassorilievo antico, alle cui spalle una colonna fa da quinta prospettica.
La teatralità quasi esasperata quindi non soltanto è evocata da luce e stile, ma dall'ambientazione, un vero palcoscenico su cui l'attore principale, Salomone, si erge e dove i toni scuri concorrono all'effetto drammatico. Questi sono elementi costanti, pur nelle peculiarità proprie di ogni artista, di quello che viene definito linguaggio barocco.
Sconosciuto seguace di Caravaggio chiamato Maestro del giudizio di Salomone. Sembra essere un pittore straniero, vicino a van Baburen e agli artisti napoletani. Alcuni studiosi hanno proposto di identificarlo con il giovane Ribera.
L'opera è un esempio di rappresentazione teatrale di un episodio biblico (uso dei gesti e della luce)
R. Longhi, Proporzioni, 1943, I, p. 58.
P. Della Pergola, Galleria Borghese. I Dipinti, II, Roma 1959, pp. 85-86
C. Stefani, Galleria Borghese, Milano, 2000, p. 192
G. Papi, Giudizio di Salomone, scheda III.11, in Caravaggio e l'Europa catalogo mostra, Milano 2005, p. 270.
Copyright immagine: Archivio fotografico Soprintendenza Speciale PSAE e Polo Museale della Città di Roma.
Sofia Barchiesi, Maria Assunta Sorrentino "Il Giudizio di Salomone" in "Discover Baroque Art", Museum With No Frontiers, 2025.
https://baroqueart.museumwnf.org/database_item.php?id=object;BAR;it;Mus11;15;it
Compilato da: Sofia BarchiesiSofia Barchiesi
CV:
Sofia Barchiesi, laureata e specializzata in Storia dell’Arte, vincitrice della borsa di studio della Scuola di Specializzazione in Storia dell'Arte Medioevale e Moderna, collabora con la Soprintendenza per i Beni Storico Artistici e per il Polo Museale Romano dalla fine degli anni ’80. Si è occupata di catalogazione delle opere d’arte del territorio e dei musei romani, studiando in particolare il periodo della Controriforma. Ha collaborato con riviste e scritto saggi, alternando al lavoro di ricerca l’attività didattica., Maria Assunta SorrentinoMaria Assunta Sorrentino
CV:
Maria Assunta Sorrentino, diplomata in restauro di dipinti e affreschi e laureata in Scienze per i Beni Culturali con indirizzo storico-artistico, lavora alla Galleria Borghese dal 1993. Si occupa del coordinamento del Servizio di Conservazione del museo e di quello tecnico-organizzativo delle esposizioni temporanee; attualmente è impegnata nel progetto Dieci Grandi Mostre, in corso alla Galleria Borghese. Ha pubblicato alcuni contributi relativi agli aspetti storico-conservativi e la storia dell’allestimento, con particolare riferimento ad artisti come Bernini, Domenichino, Canova, Caravaggio.
Numero di lavoro di MWNF: IT1 19
RELATED CONTENT
On display in
Exhibition(s)
MWNF Galleries
PaintingsDownload
As PDF (including images) As Word (text only)